Il toro di Falaride
Una delle torture più brutte mai inventate
Questa tortura fu inventata dal fonditore Perillo di Atene nel V sec. a.C. per Falaride, tiranno di Agrigento, sperando di avere un premio da lui. Come dice il nome, la tortura consisteva in un toro, in dimensione reale, in metallo, vuoto all’interno, con una porta sul fianco per far entrare il condannato.
Una volta fatto entrare il malcapitato, si chiudeva la porta e si appiccava un fuoco sotto l’animale. Fino a qui potrebbe essere una tortura simile ad essere bruciati vivi sul rogo, ma adesso arriva il bello. Quando il metallo diventava rovente, il condannato iniziava ad urlare e, grazie ad un complesso di tubi, dalla bocca uscivano versi simili al muggito.
Durante l’esecuzione venivano messi degli aromi all’interno del toro per coprire gli odori di carne bruciata.
Il primo, e ultimo, condannato
Perillo, orgoglioso, mostrò l’invenzione a Falaride. Dopo aver ricevuto una marea di complimenti dalla corte, Falaride ordinò a Perillo di mostrare a tutti il funzionamento dei tubi. Una volta entrato, Falaride chiuse la porta e appiccò il fuoco. Alla fine il fonditore venne tolto prima di morire e venne gettato dalla cima di una montagna. Probabilmente venne ucciso per il gesto che aveva fatto, arricchirsi con uno strumento di morte. Dopo Perillo la macchina non venne più usata.