Con l’occasione del ventesimo anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle ho deciso di raccontarvi un caso di reincarnazione di un pompiere morto durante l’operazione di salvataggio nelle torri.
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La mamma di Thomas, bimbo di 6 anni, afferma che dai discorsi che faceva il figlio era una vittima dell’11 settembre. Quando al bambino è stata fatta la domanda “Cosa vuoi fare da grande?” lui rispose “Non voglio solo fare il pompiere, sono sempre stato e sono un pompiere” e approfondì con “Mi alzavo al mattino, andavo al lavoro e nel pomeriggio andavo a casa e toglievo la tuta di prossimità”.
All’inizio i genitori non si preoccuparono, d’altronde il pompiere è il lavoro che tutti i bimbi vorrebbero fare da grandi, ma le descrizioni iniziavano ad essere approfondite con termini che un bambino di 6 anni non poteva conoscere “Uso un’ascia per vedere se dietro i muri c’è fuoco e scappo se c’è pericolo”.
Infine quando vide un’immagine del World Trade Center in una rivista disse “I cattivi hanno bruciato questi edifici, e la gente ha dovuto saltare e io non potevo evitarlo”, “c’era gente che aspettava”. “Vigili del fuoco che mi aspettavano ma non sono potuto arrivare lì per aiutarli“. Thomas ha anche detto che, l’11 settembre, guidava un’autopompa Ford Johnson R8.