Come si sa, per diventare papa non solo si deve essere celibi e battezzati, ma soprattutto bisogna essere di sesso maschile. Nel corso della storia si sono succeduti ben 266 papi. Ma uno in particolare, vissuto 1100 anni fa, non rispettò in particolare uno dei tre requisiti, tanto da essere ricordato con il nome di “papessa“.
Ci troviamo nel 855, a succedere papa Leone IV sale al soglio pontificio una donna, una certa Giovanna, che è considerata in tutto il mondo un personaggio frutto di una leggenda medievale, escluso l’Occidente, che sostiene che ella sia esistita veramente e che sia veramente salita al potere.
La vita
Giovanna nacque in Inghilterra e studiò a Magonza, in Germania, e diventò monaco grazie ai suoi convincenti abbigliamenti maschili. Tuttavia, pur essendo un papa, non seguì due delle regole più importanti: l’essere uomo e l’astinenza sessuale.
Il parto inaspettato
Durante il suo pontificato rimase incinta dell’amante e durante la processione di Pasqua la papessa stava seguendo il tragitto a Roma su un cavallo. L’animale, essendo circondato dalla folla, si spaventò, fece cadere il papa e iniziò a scalciare, provocando un parto prematuro.
Quando venne scoperta, racconta il cronista medievale Martino polono, venne rinchiusa in un convento. Altre fonti testimoniano che morì al momento del parto, oppure che venne trascinata dai piedi da un carro, lapidata e seppellita nel luogo dove partorì. Da quel momento venne proibito di fare quel tragitto durante la processione di Pasqua. Il suo successore, Benedetto III, decise di cancellare quel papato, compreso il nome, infatti pochi anni dopo, nel 872, il nome Giovanni VIII venne riutilizzato dal 107° papa della storia.
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Legato a questa leggenda, come racconta Felix Hamerlin, in De nobilitate et rusticitate Dialogus, 1490, c’è anche un rito che probabilmente non si svolse mai, ovvero quello di tastare le parti intime del papa per vedere se fosse veramente maschio una femmina travestita.
E allo scopo di dimostrare il suo valore, i suoi testicoli e la sua verga vengono tastati dai presenti più giovani, come testimonianza del suo sesso maschile. Quando questo viene determinato, la persona che li ha tastati urla a gran voce: “Virgam et testiculos habet” “Ha il pene e i testicoli” e tutti gli ecclesiastici rispondono: “Deo gratias!” “Sia lode a Dio”. Quindi procedono alla gioiosa consacrazione del papa eletto.
Troppo approfondita per essere una leggenda o troppo dubbiosa per essere vera? Questo non lo sapremo mai, ma questa curiosità sull’Alto Medioevo è davvero interessante!