Antivirus ai tempi di guerra. Ci si può ancora fidare di Kaspersky?
Negli ultimi giorni il famosissimo antivirus russo Kaspersky è stato oggetto di discussione sul web italiano ed è sorta una domanda: l’azienda di cybersicurezza, i cui server principali sono a Mosca, è ancora sicura in Italia?
La domanda nasce dall’evidente situazione in Russia, infatti l’antivirus collabora con molti organi importanti dello stato, tra cui i Cremlino, dove vive il presidente della Federazione russa Vladimir Putin. Non solo in Russia, ma anche in Italia, partendo dai Carabinieri arrivando a Palazzo Chigi.
Cosa ha risposto l’azienda?
Le accuse cadono sullo stesso fondatore dell’azienda, Eugene Kaspersky, il quale, si pensa, abbia rapporti con Putin e, in caso di un ipotetico attacco all’Occidente, potrebbe mandare malware sui nostri dispositivi. Eugene, però, ha negato tutto dicendo di non avere contatti con nessuno, sottolineando che la sede principale ormai da 5 anni si trova in Israele.
Le ostilità rispetto all’antivirus colpiscono anche la conosciuta azienda automobilistica Ferrari, che toglie lo sponsor dalle auto, ma che lo mantiene ancora loro partner.
Cosa ne pensiamo
Secondo me, utilizzatore di Kaspersky da 2 anni, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio: Putin è una cosa, Kaspersky è un’altra. Si può avere certamente paura di un prodotto che lavora su dispositivi del Cremlino, ma anche secondo AV-Comparatives, Kaspersky è il secondo antivirus migliore al mondo, con un fatturato nel 2021 di 726 milioni di euro. Quindi poniamoci una domanda: veramente Kaspersky collaborerebbe con la Russia andando contro USA e UE? No, altrimenti perderebbe la fiducia di milioni di persone che si affidano al programma per proteggersi, e di conseguenza perderebbe i guadagni e il lavoro che si è costruito in 25 anni.