21 November 2024
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Come funzionava il primo telefono mai inventato di Meucci

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  • Marzo 14, 2022
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Come funzionava il primo telefono mai inventato di Meucci

Il 28 dicembre 1871, circa 150 anni fa, nacque il primo telefono della storia, che, con vari aggiornamenti e modifiche nel corso del tempo, permise di comunicare da una parte all’altra del mondo senza incontrarsi fisicamente. L’inventore è proprio un italiano, Antonio Meucci, che brevettò il “telettrofono”.

Chi era Antonio Meucci

Meucci nacque a Firenze nel 1808. All’età di 13 anni si iscrisse all’Accademia delle Belle Arti dove studiò, oltre alle materie d’indirizzo, la meccanica e la chimica, imposte dal governo francese che stava dominando l’Italia in quel periodo. Per far fronte alle spese familiari, il padre gli trovò un posto come portiere presso la porta di S. Niccolò, dove aspettò sette lunghi mesi prima di ricoprire il ruolo. Nello stesso momento trovò un lavoro extra come lanciatore di fuochi d’artificio, ma al terzo lancio ci fu un incidente, dove rimasero ferite 8 persone. Venne aperta un’inchiesta, ma venne assolto. Lo stesso anno venne arrestato in seguito alla caduta di un suo compagno a opera di Meucci.

Antonio Meucci

Venne imprigionato altre 3 volte e fece molti lavori: lavorò al teatro, prima come aiuto e poi come custode, grazie al teatro, nel 1835, si trasferì con la moglie a Cuba, all’Avana, e qui visse gli anni più redditizi della sua vita. Nel 1849, mentre stava facendo degli esperimenti di elettroterapia, capì che la voce si poteva trasmettere con l’elettricità. Questa fu la scoperta che lo indusse a creare il telefono. Meucci morì nella sua casa il 18 ottobre 1889. Le sue ceneri sono esposte al museo Garibaldi-Meucci museum, New York.

Come funzionava il telettrofono

Come abbiamo già detto prima, il primo telefono si chiamava “telettrofono” e nacque in seguito a un esperimento di elettroterapia, un ramo della fisioterapia. Ma come funzionava veramente? Ce lo dicono direttamente le parole pronunciate da Meucci, l’inventore:

Consiste in un diaframma vibrante e in un magnete elettrizzato da un filo a spirale che lo avvolge. Vibrando, il diaframma altera la corrente del magnete. Queste alterazioni di corrente, trasmesse all’altro capo del filo, imprimono analoghe vibrazioni al diaframma ricevente e riproducono la parola.

Il telettrofono, immagine di Officine Galilee tramite Wikipedia.org condivisa con licenza CC BY-SA 4.0

L’invenzione, a quei tempi, era a dir poco innovativa, una scoperta incredibile, ma mancava la cosa più importante per brevettare il progetto: il denaro. Nel 1871 Meucci fondò la “Telettrofono Company” composta da lui e da altri finanziatori italiani. Il progetto ce lo aveva già in mente dal 1854, ma lo brevettò soltanto nel 1871 al prezzo di $10 all’anno. Riuscì a tenerlo rinnovato per 2 anni e un brevetto standart costava $287, una cifra troppo alta per lui.

Nel 1876, Alexander Graham Bell, avendo visto il brevetto di Meucci, decise di brevettarlo assumendosi tutti i meriti. Meucci lo denunciò ma perse la causa dimostrando che il brevetto di Bell era elettrico, mentre quello di Meucci meccanico. Solamente l’11 giugno 2002 il Congresso degli USA riconobbe come inventore e proprietario l’italiano Antonio Meucci.

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Riccardo Falconi

Ciao, sono Riccardo Falconi e sono il creatore di Mysterius.it. Scrivo articoli e creo video tratti dagli articoli. I misteri, fatti storici e racconti mi incuriosiscono. Gestisco le pagine Instagram, YouTube e Facebook del sito.

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