Chi era il giullare
Il giullare (o buffone), dal latino iocularis, era una figura molto importante fino alla fine dell’età moderna (1789). Essi non solo erano una sorta di comici, ma giocolieri, addestratori di animali, ciarlatani e cortigiani. Visti con sospetto dalla Chiesa, nel Duecento e Trecento queste persone (chierici vaganti da corte a corte), unirono la letteratura colta e popolare.
Considerati i primi professionisti delle lettere, i giullari diffusero notizie e modelli di spettacolo tuttora in uso. Le loro attività erano caratterizzate dalla mimica, letteratura (utilizzando varie strutture metriche) e musica.
L’abbigliamento
Nell’epoca medievale, vestirsi liberamente era proibito, infatti vi erano vestiti ufficiali da indossare in pubblico. Per esempio le prostitute, per distinguersi dalle ragazze di famiglie nobili, non potevano mettere il velo che copriva il viso e dovevano indossare vestiti di colore giallo.
L’abito del giullare era colorato e multiforme con lo scopo di essere riconosciuti all’istante (per lo stesso motivo delle prostitute). Le campanelle presenti sui loro bizzarri cappelli non sono casuali, infatti dovevano essere riconosciuti anche uditivamente.
Libertà di parola
L’unica cosa che era permessa ai giullari, ma che non lo era per i ceti più alti, era di prendere in giro i potenti e il re. Erano gli unici che potevano metterlo in cattiva luce, disonorarlo ed esaltarne i difetti, d’altronde il loro compito era quello di far ridere. Ma quando si esagerava, se il giorno prima faceva ridere, il giorno dopo poteva diventare una mancanza di rispetto, portando i giullari a una tortura che consisteva nel taglio della lingua.