In Meno di vent’anni sconvolse l’Europa.Vinse e perse tutto. Perché la sua forza era anche una debolezza. La consapevolezza della sua fulminea intelligenza si accompagnava a un sincero, totale disprezzo per chiunque altro.
Nonostante tutto quel giovane uomo vittorioso darà all’Italia il risveglio da un sogno durato secoli che l’ha ridotta “una terra di morti”. C’è chi fa risalire alla vittoria di Marengo (14 giugno 1800) l’inizio, lo stimolo, dei moti risorgimentali. Ne terrà conto perfino Puccini celebrando quella giornata nella Tosca a contrasto con la lugubre atmosfera che incombeva negli Stati della Chiesa. Solo a Sant’Elena, l’isola in cui era esiliato, ormai disfatto e prossimo a morire, pare che Napoleone abbia confidato ai suoi aiutanti:”Per l’Italia avrei dovuto fare di più “.
Probabilmente tutti conoscono la famosa poesia “Il Cinque Maggio” di Alessandro Manzoni, essa è stata scritta apposta per la Morte di Napoleone. A quei tempi non esisteva internet e apprendere notizie era complicato perciò apprese la notizia della morte solamente 2 mesi dopo, il 16 luglio. Scrisse questa poesia in soli 3 giorni ma il risultato è stato spettacolare. Anche se Manzoni era un oppositore di Napoleone la scrisse perché è stata una figura importante della storia e non ricordarla sarebbe stato da maleducati.
Primi versi:
Ei fu. Siccome immobile,
dato il mortal sospiro,
stette la spoglia immemore
orba di tanto spiro,
così percossa, attònita
la terra al nunzio sta,
muta pensando all’ultima
ora dell’uom fatale;
né sa quando una simile
orma di piè mortale
la sua cruenta polvere
a calpestar verrà.
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