22 December 2024
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Howard Carter: la scoperta e la maledizione della tomba del faraone Tutankhamon

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  • Giugno 27, 2022
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Howard Carter: la scoperta e la maledizione della tomba del faraone Tutankhamon
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Chi fu Howard Carter

Howard Carter nacque a Londra il 9 maggio del 1874 da Martha Joyce Sands e da Samuel Carter, un artista particolarmente dotato che incoraggiò il figlio a seguire le proprie orme. Howard Carter dimostrò di avere un talento particolare per il disegno e a 17 anni divenne assistente dell’egittologo Percy Newberry, partecipando a una sua spedizione nella necropoli di Beni Hasan risalente al Medio Regno dell’Egitto (il periodo tra il 1987 e il 1780 avanti Cristo). Tra i vari incarichi affidati a Carter, c’era quello di ricopiare e catalogare le decorazioni e i geroglifici all’interno delle tombe, lavoro che svolse con grande attenzione innovando anche alcuni sistemi per ricopiare i motivi decorativi.

Howard Carter mentre analizza la tomba di Tutankhamon

La maledizione

Alle ore 1,55 del 4 aprile 1923, tutte le luci del Cairo, la capitale dell’Egitto, si spensero. Nello stesso preciso momento, lord Carnarvon, un aristocratico inglese, morì di polmonite. Ma non era tutto. A quella stessa ora, a Londra, la cagnetta di Carnarvon cominciò a guaire, si rizzò sulle zampe posteriori e stramazzò morta.

Il mito vuole che la tomba fosse protetta da una maledizione fatale che sarebbe ricaduta su chiunque la violasse. Ma questo non fermò George Edward Stanhope Moyneux Herbert, quinto conte di Carnarvon, che si era recato in Egitto nella speranza che il clima asciutto alleviasse le sue difficoltà respiratorie.

Il 6 novembre 1922, Carter mandò un cablogramma a Carnarvon in Inghilterra: «Finalmente fatta splendida scoperta nella Valle … »; aveva trovato l’ingresso della tomba. I lavori di scavo e di ripulitura dell’anticamera furono lunghi e laboriosi, e solamente il 16 febbraio 1923 fu fissata la cerimonia di apertura della tomba, rimasta inviolata per 3.245 anni.

Vi parteciparono una ventina di persone, ma lord Carnarvon non poté gioire a lungo della sua scoperta, poiché meno di due mesi dopo morì. Prima della fine dell’anno, altre dodici persone del gruppo dei venti testimoni morirono. Ma anche altri sarebbero morti. George Jay Gould, figlio del finanziere Jay Gould e amico di Carnarvon, si recò in Egitto dopo la morte del suo amico per vedere il luogo coi suoi occhi. Morì di peste bubbonica nel giro di ventiquattro ore dopo la visita alla tomba. Entro il 1929, altre sedici persone, che in un modo o nell’altro erano venute a contatto con la mummia, erano morte. Fra le vittime c’erano il radiologo Archibald Reed, che aveva preparato i resti di Tutankhamon per l’analisi radiologica, Evelyn White, archeologo, la moglie di lord Carnarvon e Richard Bethell, il suo segretario personale.

Anche il padre di Bethell morì, suicida. E poi morirono Arthur C. Mace e A. L. Callender, assistenti di Carter; Douglas Derry, che sottopose ad analisi la mummia del re; Aaron Ember, egittologo; Bernard Pyne Greenfell, papirologo di Oxford e John G. Maxwell, amico ed esecutore testamentario di lord Carnarvon.

Il sigillo della porta

Tutti avevano ignorato l’ammonimento dei geroglifici scritti sul sigillo posto all’ingresso: «La morte colpirà con le sue ali chiunque disturberà il sonno del faraone».

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Erienzo Lancini

Buongiorno, sono Erienzo Lancini. Scrivo per Mysterius.it da quando è nato. Spesso contatto gente per fare video.

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